Roma, 28 SET. – “Senza un cambio della classe dirigente italiana a tutti i livelli, politico, imprenditoriale, universitario, il Paese è destinato ad avvitarsi sempre più su se stesso e ad impoverirsi. Da professore universitario, la notizia dei concorsi truccati mi ha amareggiato ma non sorpreso: purtroppo in Italia la meritocrazia 9 volte su 10 perde”.
Lo afferma l’avvocato Gianpiero Samorì, leader dei Moderati in Rivoluzione (Mir).
“Del resto – aggiunge Samorì – se una della maggiori forze politiche presenti in Italia, il M5S, ha scelto come candidato premier Di Maio che non ha mai lavorato in vita sua, non c’è da stupirsi più di nulla. E soprattutto non ci si può meravigliare di un appiattimento verso il basso in tutti i settori perché il messaggio che passa è assai semplice: a cosa serve studiare tanto, applicarsi molto sul lavoro se le opportunità di carriera dipendono sempre e solo da amicizie e relazioni? Ed ancora, a cosa serve la professione se è possibile diventare candidati premier senza aver mai studiato né lavorato? Di Maio parla di lavoro, economia, imprese, dà “lezioni” su tematiche che non conosce minimamente e la gente lo ascolta soltanto perché parla senza contraddittorio, senza un confronto e in modo del tutto generico. E purtroppo molti media si sono adeguati. Se Di Maio è convinto di quel che dice, inizi ad accettare confronti pubblici e lasciare che a giudicare siano poi i cittadini”.