Intervento in Aula, 14 giugno 2017.
Signor Presidente, Vice Ministro, onorevoli senatori,
il testo del decreto, che non ci è consentito modificare, mortifica, a mio avviso, il ruolo del Senato, quasi che la riforma costituzionale fosse stata approvata e questa Aula abolita. Eppure siamo davanti a una manovra di aggiustamento dei conti pubblici che di norma richiede l'esame di entrambi i rami del Parlamento. Tra l'altro, si tratta di un manovra con più di 130 articoli che trattano una varietà di temi e argomenti. Insomma, un provvedimento omnibus che alla Camera, ogni giorno che passava, si ingrandiva di nuove materie e commi.
Quando si parla di manovra, manovrina, punti di deficit, aggiustamento di conti spesso i cittadini comprensibilmente si confondono e non sono nelle condizioni di capire ciò che sta succedendo realmente. Lo dico per chi ci ascolta a casa: credo che quando si dice che si riduce di 0,2 punti il deficit, portandolo dal 2,3 al 2,1, i cittadini italiani si saranno chiesti cosa significa. Ebbene, significa che si aumentano le tasse perché questa manovra è fatta per 2.921 milioni di nuove entrate e solo di 181 milioni di riduzione della spesa. Non solo, aggiungo che le maggiori entrate derivano da meccanismi di calcolo di gettito dell'IVA, split payment, compensazioni e detrazioni che penalizzano imprese e liberi professionisti.
Insomma, il Governo invece di favorire chi in questo Paese produce e lavora, cerca di contrastarlo in ogni modo.
Per il terremoto del Centro Italia non vi sono somme aggiuntive per l'anno in corso e quelle previste per il prossimo anno, pari a 885 milioni di euro, hanno coperture che andranno confermate a fine anno dalla legge di bilancio e che, comunque, sono di gran lunga inferiori ai miliardi di euro che ogni anno il Governo stanzia per l'accoglienza degli immigrati.
Cari colleghi, diciamolo con parole chiare. In previsione di una fine anticipata e repentina della legislatura, la maggioranza di Governo ha messo nel provvedimento in esame di tutto e di più, senza un criterio logico e una prospettiva, cercando di assecondare, o far finta di assecondare, le richieste dell'Europa, che ci ha ammonito per il deficit eccessivo. È una storia già vista, con un finale già visto: un provvedimento che mette una toppa e, soprattutto, mette le mani nelle tasche degli italiani, delle famiglie e - perdonatemi - delle piccole imprese.
Ho parlato di maggioranza di Governo, ma in realtà dovrei parlare di maggioranze di Governo. Se penso, ad esempio, al tema dei voucher, si è scatenata una battaglia senza esclusione di colpi nella sinistra, che ha perso di vista la realtà del problema e si è focalizzata invece su argomentazioni ideologiche e dogmatiche. Ebbene, se la sinistra, esterna e interna al Partito Democratico, vuol far cadere il Governo è liberissima di farlo, ma non si prendano a pretesto i voucher. Non si può utilizzare un tema così serio e importante come causa di una caduta di Governo. In alcuni settori i voucher sono indispensabili e costituiscono un'opportunità sia per i lavoratori, che per le imprese. Chi finge di non capirlo è in mala fede, o non conosce per niente il mondo dell'impresa, né quello del lavoro. Come accennavo, in alcuni settori, come ad esempio quelli del turismo e dell'agricoltura, l'utilizzo dei voucher per la regolarizzazione del lavoro precario e l'emersione di quello sommerso è utile, anzi necessario, perché si tratta di settori che si caratterizzano per prestazioni di lavoro occasionali.
Occorre quindi sgombrare il dibattito da pregiudizi ideologici e guardare seriamente alle necessità reali. L'abolizione dei voucher è stata un errore. Bisogna rimediare subito, perché altrimenti si arreca un danno significativo a migliaia di lavoratori e a tutti gli imprenditori, soprattutto quelli minori, che facevano un uso virtuoso dei voucher, portando a galla il lavoro in nero e offrendo possibilità di occupazione, seppur temporanea, a chi in mancanza dei buoni non poteva accedere al mercato del lavoro. Altra cosa, invece, è l'uso perverso che - ahimè - c'è stato dello strumento da parte di qualcuno, ma, come si suol dire, bisognava evitare di buttare il bambino con tutta l'acqua sporca.
Proprio ieri è stato pubblicato dall'ISTAT il Bilancio demografico nazionale. L'anno scorso quasi 115.000 nostri concittadini hanno lasciato l'Italia per andare a cercare una vita migliore in altri Paesi. Si tratta di 12.000 persone in più rispetto al 2015. Non solo, continua lo spopolamento del Sud, con un flusso ininterrotto di nostri giovani, e meno giovani, che lasciano le Regioni meridionali e si spostano a Nord. Se il Governo, togliendo i voucher, penalizza proprio quei settori che sono l'eccellenza del Sud, allora vi assicuro che turismo e agricoltura moriranno.
Per sostituire i vecchi voucher avete introdotto, per le famiglie, il libretto famiglia e, per le aziende, il nuovo contratto di prestazione occasionale. Vedremo alla prova dei fatti se questi strumenti, che al momento appaiono confusi anche per noi addetti ai lavori, risulteranno utili o meno. Tuttavia, un Governo diligente non può andare alla cieca varando provvedimenti le cui conseguenze sono imprevedibili.
In conclusione, onorevoli senatori, Vice Ministro, membri del Governo, secondo noi sono mancati - ahimè - il coraggio di risposte strutturali ai problemi degli italiani e quella concretezza che chiedevamo e auspicavamo per le famiglie e le imprese italiane.